Emperor – In The Nightside Eclipse

I primi due dischi nella storia del symphonic black metal escono quasi contemporaneamente; “The Principle Of Evil Made Flesh” dei Cradle Of Filth viene pubblicato il 24 febbraio, “In The Nightside Eclipse” degli Emperor appena 3 giorni prima. Se però gli inglesi mostrano da subito un’attitudine teatrale e spettacolarmente gotica, al contrario i Norvegesi mantengono un’interiore cupezza romantica più marcatamente nordica. Soprattutto, nel disco dell’Imperatore le tastiere non vengono utilizzate per rendere più decadenti le atmosfere (con la sola e parziale eccezione dell’intro di “Towards The Pantheon”), ma piuttosto servono ad ingigantire il maestoso sentimento panico che pervade tutte le 9 tracce dell’album. Ihsahn, Samoth, Tchort e Faust utilizzano questo strumento per creare una magniloquente base corale ai glaciali riff di chitarra ed agli incessanti bast beat di batteria che rendono “In The Nightside Eclipse” un disco assolutamente unico ed irripetibile nella storia del metallo nero. Il brano più famoso è forse “Inno a Satana”, soprattutto per il titolo, ma i veri capolavori sono altri: “Into The Infinity Of Thoughts”, “Cosmic Keys To My Creations And Times”, “The Majesty Of The Night Sky” e “I Am The Black Wizards” riscrivono le regole di quello che sembrava un sottogenere senza grandi sbocchi evolutivi, e che grazie agli Emperor saprà svilupparsi in modi impensabili fino ad allora. Il break centrale di “The Burning Shadows Of Silence” rimarrà per sempre uno dei momenti più genuinamente esaltanti del metal estremo.

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