Il chitarrista neozelandese Roy Montgomery è uno degli sperimentatori più interessanti della sei corde. Un virtuoso dello strumento le cui composizioni fanno spola fra psichedelia, new wave, post rock e un’astratta e pittorica concezione del minimalismo statunitense. “And Now The Rain Sounds Like Life Is Falling Through It” rimane il suo capolavoro, ed è anche il modo migliore per accostarsi alla musica del Nostro: qui è possibile apprezzare il Montgomery scrittore di canzoni a metà strada fra folk e art rock, ma è pure facile indagare il volto più complesso del musicista d’avanguardia, che in brani strumentali dal grande fascino delinea visioni al crocevia fra Popol Vuh, Tony Conrad, una versione ascetica di Glenn Branca e gli Slint. Un disco difficile da digerire in un sol boccone, eppure fra i più significativi per “l’oltre rock sperimentale” degli ultimi vent’anni. La sola “Ill At Home” vale il prezzo del biglietto.
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