Una delle classiche mega operazioni marketing made in the US esplode sul mercato con il secondo disco “The Writing’s On The Wall”. Ai tempi le Destiny’s Child sono quattro: Beyoncé Knowles, Kelly Rowland, LaTavia Roberson e LeToya Luckett, il deus ex machina è nientemeno che il padre di Beyoncé (oltre a esser lo zio di Kelly… insomma dev’essere stato complicato per le due pur brave cantanti trovare contratti discografici all’epoca). Nel breve le due “estranee” alla famiglia vengono allontanate, nonostante l’R&B contemporaneo amabilmente amalgamato con il pop permetta al progetto di vendere tonnellate di dischi (questo e il successivo “Survivor” del 2001 insieme faranno qualcosa come 30 milioni di cd) e di guadagnarsi una credibilità tale sul mercato, da permettere paragoni con le Supremes degli anni sessanta. Lasciando da parte scomodissimi confronti, c’è da dire che oggettivamente le Destiny’s sapevano, a differenza di molte colleghe di allora, cantare bene, oltre a essere altrettanto oggettivamente delle gran belle figliole.
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