Gli inglesi The Bees provengono dall’Isola di Wight, la stessa che nel 1970 ospitò la prima edizione del celebre festival, uno degli ultimissimi grandi raduni della controcultura dei Sessanta (l’headliner era Jimi Hendrix). Per gli autori di “Free The Bees” non si tratta solo di contiguità geografica, ma pure musicale. Si tratta probabilmente della band indie rock contemporanea più affine al sound pop/psichedelico di quei tempi, e in canzoni come “These Are The Ghost” e “Hourglass” i rimandi a Pink Floyd e The Doors sono palesi; neppure mancano episodi che si gettano in ambito garage rock senza alcun pudore, e questo accade soprattutto in un gioiellino intitolato “No Atmosphere”, in cui l’Hammond acidulo e il riff portante di chitarra parlano la lingua di Seeds, Electric Prunes, Count Five e altri protagonisti a stelle e strisce di fine Sixties. “Free The Bees” ammalia dall’inizio alla fine, e avrebbe meritato maggior fortuna di quella che ha avuto. Da riscoprire assolutamente.
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