Tempi bui per i Ministri, rischiarati solo da case che bruciano “mentre la nonna si pettina” e sole accecante d’estate per avere la faccia come quella di Briatore. E’ un disco che parla chiaro questo, i testi tagliano a fette l’indifferenza e colpiscono lì dove fa più male. Il lavoro riesce con immediatezza e introspezione sonora a creare un veicolo sottile per suggerire scomode verità, troppo spesso ignorate o occultate. Musicalmente i Nostri ricordano il miglior Max Gazzè, vedi “Ballata del lavoro interinale”, e a tratti i Verdena e Tiromancino (“Il Futuro E’ una trappola”), tuttavia la proposta musicale è molto variegata: c’è spazio per il pop di “La Faccia di Briatore” e per il metal alla System Of A Down in “Vicenza (La Voglio Anch’io una base A)”.
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