Considerato nella sua interezza, “World Painted Blood” è probabilmente, e contro molti pronostici, il miglior lavoro degli Slayer dai tempi del bistrattato, ma bellissimo, “Divine Intervention”. Era impossibile chiedere di meglio, considerato che questi quattro ragazzacci, ci devastano i timpani da quasi trent’anni. La produzione volutamente retrò e un coinvolgimento maggiore nel songwriting di Hanneman fanno sì che il ritorno ai tempi d’oro sia immediato sin dall’attacco della titletrack. Se con “Christ Illusion” gli Slayer avevano fatto le prove generali, nel 2009 sparano un disco ispirato e coinvolgente come non accadeva da quasi vent’anni. Nulla da aggiungere su Dave Lombardo, probabilmente il più grande interprete dietro le pelli dell’era thrash degli eighties, capace di reinventarsi nei due decenni successivi anche in generi diversi e di proporsi ancora una volta come motore indispensabile della band più temuta al mondo.
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