Zu – Carboniferous

Appena si è afferrati dal muro di elettronica maligna à la Aphex Twin di “Ostia”, si capisce  immediatamente che la musica di casa Zu è mutata ancora una volta. Quello mostrato in “Carboniferous” è probabilmente il volto più oscuro, contorto, cattivo e metallico del trio romano, in grado di raggiungere mostruosi livelli di compattezza e spigolosità. “Carboniferous”, nella sua completa eterogeneità stilistica, è capace d’inglobare techno e metal, hardcore e ambient, math–rock e noise–rock, progressive e jazz, si distanzia dall’omogeneità strutturale che, tutto sommato, i suoi predecessori avevano sempre mantenuto, pur tra mille bizzarrie sonore, e si avvicina piuttosto all’idea che sottostà a molte delle prove più feroci di Zorn, ossia colpire, spaventare e massacrare l’ascoltatore utilizzando ogni mezzo disponibile.

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