Pubblicato l’8 maggio, “Let It Be” arriva sugli scaffali quando i Beatles sono ormai storia. Il 10 aprile, infatti, Paul McCartney aveva annunciato il suo abbandono, e a quel punto era evidente a tutti che i Fab Four avevano cessato d’esistere. Prodotto da Phil Spector, e registrato per la maggior parte nel gennaio del 1969, prima di “Abbey Road”, l’ultima testimonianza della band più famosa degli anni Sessanta è un po’ sfilacciata, sebbene la produzione di Spector sia luccicante e nell’LP si possano contare almeno tre episodi di livello assoluto: il rock di “Get Back”, il lirismo della title – track e lo sfavillio pop di “The Long And Winding Road”, in cui il “Wall of Sound” spectoriano si rivela al massimo delle sue potenzialità. È un addio quasi sottovoce quello dei Beatles, giunto postumo e condotto con ‘understatement’, che può comunque fregiarsi di una qualità non straordinaria quale quella dei suoi diretti predecessori, ma più che dignitosa, con punte d’eccellenza. Nelle rispettive carriere soliste, i quattro molto spesso non saranno all’altezza della pesantissima eredità collettiva.
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