The Doors – L.A. Woman

Dopo la straordinaria doppietta iniziale, i Doors non avevano più fatto segnare grossi risultati a livello discografico. Il mito di Jim Morrison s’ingigantiva, scandalo dopo scandalo, in compenso la ricerca artistica languiva terribilmente, così “Waiting For The Sun” (1968) e “The Soft Parade” (1969) erano rispettivamente mediocre e meno che mediocre. Il riscatto avvenuto con “Morrison Hotel” (1970) era solo parziale, principalmente per merito di “Roadhouse Blues”, blues rock bello vispo e dalle sfumature hard; ma il disco nel complesso era comunque inferiore ai vecchi capolavori. “L.A. Woman“, ultimo long playing uscito con Morrison in vita (morirà il 3 luglio a Parigi), riesce invece a sintetizzare molto meglio il vecchio acid rock jazzato con i nuovi fervori R&B. Soprattutto, contiene “Riders On The Storm“, l’ultima allucinazione onirica dell’era psichedelica nonché capolavoro estremo della band, con il piano elettrico di Ray Manzarek colto nel suo splendore autunnale. I Doors pubblicheranno ancora un paio di dischi senza il Re Lucertola, ma nonostante la bravura di Densmore, Krieger e Manzarek il vuoto lasciato dietro al microfono si rivelerà incolmabile e porterà all’inevitabile scioglimento.

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