Il disco più importante nella storia del soul, e fra i più rivoluzionari dell’intera pop music, avrebbe potuto non esser mai pubblicato. Perché per vederlo uscire Marvin Gaye, il Re della Motown, dovette arrivare a minacciare il suo boss (nonché suo suocero) Berry Gordy di non incidere più nulla. Colpa dei temi di “What’s Going On“: afflitto per la morte di Tammi Terrell, con la quale aveva collaborato in molti duetti, e sconvolto dai racconti di guerra di suo fratello, reduce dal Vietnam, Gaye decide di dare un taglio netto alla politica del puro intrattenimento perseguita dalla casa discografica di Detroit, realizzando un’opera i cui testi sono un accorato grido di dolore per quello che sta accadendo intorno a lui. Guerra, ingiustizie, violenza, inquinamento; il più bel falsetto della soul music si scaglia contro la corruzione di un mondo “destinato a morire”, senza che nessuno se ne preoccupi. Unico appiglio: Dio, che è puro Amore, e vuole semplicemente che gli uomini si amino l’un l’altro. In questo afflato religioso si nota l’educazione ricevuta da Marvin, figlio di un predicatore pentecostale, ma anche un intimo anelito ad una vita più serena scaturito da un animo tormentato, segnato da problemi di tossicodipendenza. Se i temi sono così duri, impegnativi e spirituali, la musica è, al contrario, di una sensualità conturbante, quasi lussuriosa. David Van DePitte, preziosissimo arrangiatore, conduce un’intera orchestra sinfonica in grado di creare mobilissimi e quasi impalpabili fondali di archi e fiati, che collegano fra loro le nove composizioni del primo concept – album nella storia del soul. Dal canto loro, i The Funk Brothers scivolano sinuosi fornendo una ritmica d’incredibile ricchezza, che muove da componenti jazz e si trasforma in funk psichedelico nella lunga “Right On”, e realizzano assoli privi della benché minima spigolosità, mentre Gaye canta la sofferenza senza mai perdere l’assoluta compostezza del suo timbro, amalgamandolo alla perfezione con le altre voci nelle parti corali. Prima d’allora la black music ‘popolare’ non era mai giunta a simili vette di raffinatezza. Barry White saccheggerà questo album per architettare il suo sound pomicione. “What’s Going On” ha semplicemente cambiato il volto del pop.
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