Led Zeppelin – Led Zeppelin IV

Bastano i primi quattro brani contenuti nel lato A dell’LP originale a proiettare quest’opera nella leggenda imperitura. I Led Zeppelin trovano la formula alchemica in grado di tramutare il folk in hard rock e viceversa, senza alcuna fatica. “Black Dog” esibisce uno dei riff più epidermici della storia, sviluppato in un continuo gioco di pieni e vuoti che permettono alla voce di Plant di cantare spesso a cappella, prima che la sezione strumentale riparta. “Rock And Roll” nasce da un’improvvisazione di Page sul tema di “Keep A Knocking” di Little Richard, ideale incrocio fra il R&R dei Fifties e l’hard dei Seventies, con il pianoforte boogie di Ian Stewart (Rolling Stones) a dar man forte; “The Battle Of Evermore” è una delicata folk ballad che rimanda al mood del precedente “Led Zeppelin III”, impreziosita dalla voce di Sandy Denny dei Fairport Convention. Poi arrivano gli otto minuti di “Stairway To Heaven“, che diverrà la canzone – simbolo della band nonché dell’intero rock anni Settanta: suddivisa in più sezioni, parte adagio, come lievissima ballata acustica circonfusa dal suono del flauto dolce, suonato dal bassista John Paul Jones, per poi aumentare in intensità tramite un crescendo che impone la sferza della batteria di Bonham, l’urlo di Plant e la chitarra elettrica di Page, artefice di uno dei migliori assoli della sua carriera. È il brano in cui il complesso unisce al meglio le sue due anime, quella possente ed elettrica accanto a quella mistica ed acustica; non a caso il testo, scritto dal cantante, è ricco di simbolismi esoterici, essendo stato ispirato dal libro “Le arti magiche nella Britannia celtica” di Lewis Spencer. “Led Zeppelin IV” – titolo apocrifo in realtà, ché il 33 giri uscì senza titolo, ed infatti è conosciuto anche come “Zoso“, dai simboli pseudo runici presenti sulla costina – sarà il lavoro più venduto di sempre per il quartetto (oggi è arrivato a totalizzare 32 milioni di copie vendute), e contribuirà a far apprezzare il gruppo anche alla critica più ottusa, sino ad allora scettica sulle qualità dei Nostri.

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