Già membro dei Wilde Flowers – ossia la band generatrice dell’intero Canterbury Sound – e successivamente presente nell’esordio discografico dei Soft Machine, Kevin Ayers inizia la sua carriera solista nel 1969 con il bizzarro “Joy Of A Toy”, poi prosegue con il più ‘canterburiano’ “Shooting At The Moon” (1970), infine perviene al capolavoro con “Whatevershebringswesing“, titolo bislacco per un album ancor più bislacco. Sono otto canzoni a metà strada fra il cantautorato folk/pop e la sperimentazione prog/jazz, in cui la vena surreale di Ayers ha modo di sfogarsi pienamente. Quel che ne esce è una sorta di rock marcatamente eccentrico che dalla suite iniziale “There Is Loving” si sviluppa attraverso gli spunti romantici di “Margaret”, il jazz anni Trenta di “Oh My”, le obliquità di “Song From The Bottom Of A Well”, le pastosità bucoliche della title – track (con Robert Wyatt alla seconda voce) e l’indolenza di “Champagne Cowboy Blues”, per poi svanire nella lieve pioggia di “Lullabye”. Contribuiscono alla riuscita di questa piccola delizia, fra gli altri, musicisti della statura di Mike Oldfield, David Bedford (responsabile degli arrangiamenti orchestrali) e Didier Malherbe (Gong).
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