Per “A Love Trilogy” possono valere le stesse parole utilizzate sul precedente “Love To Love You Baby”; ancora una volta la collaborazione fra Donna Summer e Giorgio Moroder è decisiva, e ancora una volta il musicista altoatesino realizza un lunghissimo brano (18 minuti) che riempie l’intero primo lato del 33 giri, “Try Me/I Know/We Can Make It/Try Me, I Know We Can Make It”, ossia la “Love Trilogy” del titolo (anche se in realtà la traccia è divisa in quattro movimenti). Il beat è sempre più enfatizzato e robotizzato, mentre la voce della Summer, come di consueto, modula orgasmica. Con questo album la disco music viene definitivamente istituzionalizzata, tanto che da lì a un anno verrà celebrata in un film fra i più popolari di sempre. “A Love Trilogy” è significativo anche perché sarà il primo disco del genere a fare davvero il botto in Italia, il settimo più venduto a fine 1976; d’allora in poi, fino alla fine dei Seventies, anche la nostra penisola sarà terra di conquista per il fenomeno.
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