Il successore di “Rimmel”, album che aveva sancito la definitiva ascesa di De Gregori fra i grandi della musica italiana, è un altro lavoro di difficile decifrazione. Musicalmente si seguono le orme del predecessore, fornendo alle nuove canzoni arrangiamenti sobri ma efficaci. I testi, al contrario, paiono rinserrarsi su se stessi e divenire impraticabili per l’ascoltatore estemporaneo (cfr. “Ultimo discorso registrato” oppure “Altantide”). Avente come filo conduttore l’America, “Buffalo Bill” riesce comunque a presentare brani un po’ più intellegibili e dal consueto alto livello poetico, che diventeranno dei classici del cantautore: fra di essi spiccano “Festival”, dedicata a Luigi Tenco, “Santa Lucia” e la title – track. In ogni caso Francesco ha ormai conquistato uno stuolo di fan fedelissimi, che spingeranno il disco fino al primo posto in classifica (sarà nono a fine anno).
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