Kiss – Destroyer

Dopo la svolta di “Alive!”, i Kiss pubblicano il disco da studio più celebre e venduto della loro carriera. In “Destroyer” l’hard rock del quartetto appare ancora più eccessivo, a volte ridondante di pretese (l’orchestra d’archi di “Great Expectations”, le tastiere di “Flaming Youth”), altre concentrato esclusivamente sul ritornello vincente dal vivo (l’anthemica “King Of The Night Time World”). Fra tutto questo, però, spiccano almeno quattro classici di caratura assoluta: la rombante “Detroit Rock City”, la grottescamente marziale “God Of Thunder”, la delicata “Beth” (ballad in cui l’orchestra è ancora presente, ma con un risultato nettamente più convincente rispetto alla succitata “Great Expectations”) e la fulminante “Do You Love Me”, in cui i Kiss fabbricano un altro dei loro riff d’antologia. In ultima analisi, si tratta di pezzi che aiuteranno i Kiss a rendere ancora più spettacolari i loro live show, che per tutti gli anni Settanta si faranno sempre più pantagruelici e circensi (su “God Of Thunder”, ad esempio, Gene Simmons sputerà sangue, ovviamente finto).

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