Duran Duran – Duran Duran

Nel corso degli anni Ottanta, il loro decennio di maggior fulgore commerciale, i Duran Duran saranno considerati dalla stragrande maggioranza degli addetti di settore quasi alla stregua di una boy band di infime ambizioni artistiche. Colpa, certo, imputabile in parte anche ai diretti interessati, che con il loro synth – pop/dance – rock piacione e il look acchiappa ragazzine faranno poco per essere smentiti. Eppure, al contrario di molti fenomeni da circo tristemente sotto gli occhi di tutti in questo inizio Millennio, Simon Le Bon e compagni avevano un substrato artistico di ben altro spessore. Per sincerarsene, basta ascoltare l’esordio eponimo, concentrato del migliore new romantic style dell’epoca, arricchito dalle linee di basso creative di John Taylor, dalla chitarra sbarazzina di Andy Taylor, dalle percussioni eccitate di Roger Taylor e dalle tastiere edoniste di Nick Rhodes. In episodi epocali quali “Planet Earth”, “Girls On Film” (dal censuratissimo video dominato da bizzarrie erotiche e modelle discinte – che diamine! praticamente nude), “Careless Memories” e “Sound Of Thunder” si suona una miscela di Roxy Music, David Bowie e Japan lestamente proiettata verso il futuro. E il successore farà addirittura meglio.

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