Artista squisitamente d’avanguardia, con il suo debutto su disco la Anderson riesce tuttavia, in modo quasi insospettabile, a far filtrare parecchi elementi pop nella propria musica. Lo fa soprattutto negli oltre otto minuti di “O Superman”, in cui la sua voce, filtrata dal vocoder e intenta ad esprimersi attraverso uno spoken word di frasi totalmente surreali, viene accompagnata da un battito incessante che evolve tramite la lenta mutazione di basilari cellule sonore, procedimento caro al minimalismo e che, per atmosfera, molto si avvicina alle composizioni di Philip Glass (il pezzo verrà utilizzato in Italia per la pubblicità televisiva contro l’Aids). “Big Sicence”, primo di una trilogia di album egualmente imperdibili, gli altri essendo “Mister Heartbreak” (1984) e “Home Of The Brave” (1986), vive totalmente di questo dualismo: da un lato la sperimentazione colta, dall’altro la ricerca di una più estesa comunicabilità. Elementi che lo rendono fra i lavori più interessanti degli anni Ottanta.
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