Venom – Black Metal

Il disco – simbolo per il power trio più blasfemo dei primi anni Ottanta è leggermente più curato nei suoni e nella produzione rispetto al predecessore “Welcome To Hell” (1981). Le canzoni, però, si fanno ancora più incisive, i riff persino più violenti e i Venom calcano la mano sul satanismo dei testi come non mai (a fine LP, infatti, è contenuto il prologo del prossimo lavoro, intitolato nientemeno che “At War With Satan”). “Black Metal” darà l’avvio all’omonimo sottogenere, o almeno a quella definita “first wave of black metal”, perché il metallo nero che verrà canonizzato nei primissimi anni Novanta in Norvegia sarà un’altra cosa. Alle orecchie dei contemporanei, i brani presenti nel 33 giri sono un ottimo esempio di qualcosa al confine fra NWOBHM estremizzata e speed metal/thrash metal primordiali; in ogni caso la qualità della title – track e di altri pezzi come “To Hell And Back”, “Leave Me In Hell”, “Countess Bathory” e della doppietta “Buried Alive/Raise The Dead” (la prima, lenta e sepolcrale, si evolve nella seconda, velocissima e sferragliante) è fuori discussione. Cronos, Mantas e Abaddon non riusciranno mai a raggiungere il successo mainstream e ad uscire dalla nicchia del metal, ma la loro influenza su tutto il thrash americano e su grossi calibri quali Slayer e, soprattutto, primi Metallica sarà enorme.

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