Come successo con gli Scorpions e come succederà più avanti con i Rammstein, la Germania riesce a innovare una scena come forse nessuno si sarebbe aspettato. Gli Helloween partono in guisa di band debitrice del sound del metallo inglese e dello speed metal, proponendo un approccio molto grezzo alla materia, ma denotando già le coordinate dell’ondata di power metal europeo che riusciranno a lanciare appena un anno dopo la pubblicazione di “Walls Of Jericho”: vocals acute e gusto per la melodia (“Guardians”), velocità elevata nell’esecuzione (“Ride The Sky”) e giri di chitarra facilmente memorizzabili. Mancano ancora una voce esagerata e una buona dose di epicità, con conseguente aumento della facilità d’impatto. Arriveranno a breve ma “Walls Of Jericho” è un documento importante, benché molto ingenuo, di cosa si muoveva nel sottosuolo in un continente che aveva a malapena iniziato a scoprire il thrash d’oltre Oceano e gli estremismi di Venom e Celtic Frost…
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