Dopo aver perlustrato in lungo e in largo i confini dell’horror punk, capitanando prima i fondamentali Misfits e successivamente i meno influenti ma altrettanto validi Samhain, Glenn Danzig decide di dare una svolta alla propria carriera. Fondata l’omonima band, nell’88 esordisce con “Danzig”, in cui gli spunti horror s’infittiscono, mandando però in soffitta il sound del punk a favore di una mistura hard blues dagli influssi Sabbath-iani. La formula viene portata a perfezione tramite “Danzig II: Lucifuge“, disco fascinosissimo in cui il cantante assume le sembianze di un incrocio perverso fra Jim Morrison ed Elvis Presley (cfr. la torbida ballad blues/rockabilly “I’m The One”). Crocevia Hollywood-iano fra lascivo blues alla Howlin’ Wolf e rock duro dai riff spettacolari, l’album può contare sull’impatto luciferino e sinistro di tracce come “Long Way Back From Hell”, “Snakes Of Christ” e “Devil’s Plaything”, raggiungendo il suo apice scenografico negli inni da signore della notte di “Killer Wolf” e “Her Black Wings”. Melodico e pesante allo stesso tempo, grazie all’ugola fuori dal comune di Glenn, “Danzig II” ha conservato intatta la sua qualità nonostante il passar dei decenni, e ancora oggi suona diverso dal resto dell’hard & heavy conosciuto. Apice irripetibile.
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