“Lindbergh” non è solo il disco de “La canzone popolare“, utilizzata come colonna sonora della campagna elettorale dell’Ulivo nel 1996 e proprio per questo assurta a grande fama (peraltro è indubbiamente dotata di un ottimo tema melodico). Si tratta, con tutta probabilità, del capolavoro assoluto di Ivano Fossati, qui al suo picco poetico massimo. Severo ed essenziale, ma allo stesso tempo incredibilmente profondo e sognante, il cantautore genovese si giostra perfettamente fra piacere del canto e gusto per l’arrangiamento asciutto e ficcante: un lavoro in cui si avanza per sottrazione, senza però sacrificare nulla in quanto a rapimento emotivo. “Mio fratello che guardi il mondo”, ballata intensissima, “Notturno delle tre”, dall’accompagnamento jazzato e quasi alla Paolo Conte, “La barca di legno di rosa”, rarefatta nell’atmosfera e vibrante nelle parole, infine l’ancor più eterea title – track dedicata al primo uomo trasvolatore dell’Atlantico sono solo alcuni dei momenti chiave di un’opera che non presenta nessun riempitivo e sa librarsi molto in altro. “Lindbergh” vince anche la Targa Tenco come miglior disco del 1992. Meritatissima.
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