Pavement – Slanted And Enchanted

Il debutto dei californiani Pavement, fatte le debite proporzioni, rappresentò per l’indie rock quello che “Nevermind” dei Nirvana fece per l’emersione di grunge e affini. Ambiti contigui certo, tuttavia “Slanted And Enchanted” riuscì a differenziarsi piuttosto nettamente dall’alternative americano del periodo grazie a una scrittura eclettica al massimo grado e ad un’attenzione per la melodia (storta, abbozzata, ma sempre di melodia si tratta) quasi maniacale. Risentito oggi, si può dire che la maggior parte degli indie boy degli ultimi due decenni non abbiano fatto altro che saccheggiare e depredare le innumerevoli intuizioni contenute in questi 14 brani. Nessuno dei quali può essere trascurato, sia che si tratti di una geniale rilettura delle atmosfere rumorosamente melodiche dei Dinosaur Jr., sia che vengano ripescati gli accordi obliqui dei Pixies o i feedback dei Sonic Youth, o ancora che ci s’impegni nel comporre la canzone power pop ‘definitiva’, strizzando l’occhio agli ultimi Hüsker Dü. Qualche esempio? Il post punk fratturato e ossessivo di “Conduit For Sale!” è messo accanto alla deliziosa ballad “Zürich Is Stained”, la quale a sua volta lascia spazio al frammento “Chesley’s Little Wrists”, tour de force di acid rock sbilenco che si conclude in appena 1 minuto e 16 secondi. La noncuranza con cui Stephen Malkmus e compagni davano in pasto ai loro strumenti qualsiasi cosa passasse loro in mente era un dono prezioso, che pochissime band dopo i Pavement dimostreranno di possedere.

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