O di una nuova idea di crossover. Preceduto dal singolo “Open Up”, celebre per aver ospitato l’insultante voce di John Lydon (Sex Pistols, P.I.L.) su di una martellante base electro – rock, “Leftism” è un esordio che spianerà la strada al cosiddetto big beat, ossia la nuova fusione a caldo di elettronica technoide e scapigliatura rock. Prodigy e Chemical Brothers saranno i due esponenti più famosi del genere, ma molto di quest’ultimo è già contenuto nella musica degli inglesi Leftfield. È nei battiti trance – dub di questo disco, nelle sue intersezioni fra musica etnica e ambient, house progressiva e techno da dancefloor che la nuova spettacolarità del sound dei rave si plasma in modalità ancora inaudite. “Leftism” fa da spartiacque fra il prima e il dopo, squarcia il tempo e si propone quale nuova avanguardia per la generazione digitale. In breve, un album perfettamente riuscito e altamente originale, al quale gli stessi suoi creatori non sapranno dare un seguito davvero convincente.
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