Fugazi – Red Medicine

Dalla sua non ha né la genialità assoluta di “Repeater” (1990) né l’estroversa comunicatività di “In On The Kill Taker” (1993), tuttavia “Red Medicine” è un disco importantissimo all’interno della carriera dei Fugazi e per l’intero rock sperimentale dei Novanta. In queste 13 composizioni la band statunitense va oltre l’assunto post – hardcore dal quale era partita, per inoltrarsi in sentieri che altri avrebbero percorso malamente; non Ian MacKaye e Guy Picciotto – ormai sempre più co-leader del gruppo -, dotati di capacità compositive ben superiori alla media. Nel disco affiora per la prima volta una vena scopertamente psichedelica, che va di pari passo con l’ulteriore perlustrazione del noise rock e di clangori industriali. “Version”, sporcata di dub, rappresenta al meglio il volto dei ‘nuovi’ Fugazi. La formazione proseguirà lungo tale evoluzione sonora con altri due ellepì strabilianti, “End Hits” (1998) e “The Argument” (2001), prima di ibernarsi a tempo indeterminato (ancora oggi, dopo 10 anni di inattività, i Fugazi non si sono ufficialmente sciolti).

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