Queens Of The Stone Age – Songs For The Deaf

La terza fatica dei Queens Of The Stone Age è universalmente acclamata quale punto più alto mai raggiunto dalla band. Non solo: “Songs For The Deaf” viene sempre citato quando si tratta di stilare una classifica dei migliori rock album degli anni Duemila. Lo segnala persino Wikipedia, e non saremo certo noi a smentirla. La line – up è stratosferica: oltre a Josh Homme e Nick Oliveri, in quasi tutte le tracce è Dave Grohl a sedere dietro la batteria, mentre Mark Lanegan è cantante solista in ben tre pezzi. Tanta eccellenza potenziale si attualizza in canzoni fenomenali, che conquistano l’audience per mezzo di un’attitudine comunicativa che trasforma il torrido materiale psycho/stoner/punk (l’omaggio ai Black Flag in “A Song For The Dead” è indizio ben preciso delle fonti d’ispirazione dei QOTSA) in brillante e futuribile hard rock da assaporare sotto il sole. Le perle si sprecano: “No One Knows” macina riff vorticosi sostenuti da una scansione ritmica implacabile, “The Sky Is Fallin'” è reiterazione ipnotica di una violentissima progressione chitarristica ingentilita da atmosfere pregne di mistero, “Hangin’ Tree” acid rock contemporaneo, “Go With The Flow” martellante garage – rock post Stooges, “Gonna Leave You” post hardcore (cfr. il riff d’apertura, vicino allo stile degli ultimi Black Flag) camuffato da spavalda rock song, “God Is In The Radio” torrida processione post stoner…in breve, un’impressionante dimostrazione di classe.

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