Di primo acchito il duo bostoniano dei Dresden Dolls – Amanda Palmer a voce, piano e tastiere varie, Brian Viglione padrone di batteria più eventuali chitarra e basso – potrebbe apparire del tutto pacchiano. Non solo dal punto di vista del look, ma anche per quanto riguarda l’aspetto strettamente musicale. Dark cabaret o, come lo intendono loro, “Brechtian punk cabaret”? Sembrerebbero delle definizioni oltre il ridicolo…invece no, sono le uniche possibili per questo tipo di sound. Un sound che funziona alla perfezione, soprattutto grazie alla verve punk di fondo che dona all’insieme una luce tutta particolare. La voce di Amanda è imperfetta (ed è un bene), canzonatoria e debitrice di una certa wave inglese. La batteria di Brian è rock, molto rock. Su tutto questo il pianoforte ordisce un’atmosfera da cabaret dei dannati, grottesco, sporco, malizioso, sarcastico e ironico. “Yes, Virginia…” è il secondo è più riuscito album dei due, la cui opera, digressioni soliste future a parte, rimarrà sempre meritoria per esser riuscita nell’intento di suonare diversamente da qualsiasi altra.
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