Il quarto album degli svedesi Cult Of Luna rappresenta una delle migliori e più tipiche espressioni del post – metal degli anni Zero. Con “Somewhere Along The Highway” la formazione raggiunge la perfezione formale di un impianto sonoro devoto a Isis e Neurosis, in cui numerosi sono pure i riferimenti al post rock. Rispetto ai primi due capitoli, e pure al predecessore “Salvation” (2004), queste 7 nuove composizioni differiscono per una maggiore levità del sound, che abbandona del tutto le vecchie e più violente asperità post – hardcore, preferendo concentrarsi su di uno sludge metal dai tratti spiccatamente progressivi. Degli esordi rimangono la voce urlata, la pesantezza delle chitarre e tratti di psichedelia cupa e sofferente, ma sempre più spesso i Cult Of Luna tratteggiano scenari opachi e desolati degni dei migliori Godspeed You! Black Emperor o, se vogliamo, degli Explosions In The Sky più magmatici. Più “followers” che “leaders”, gli scandinavi hanno comunque incarnato uno dei suoni più stimolanti dell’oltremetal.
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