Il quinto album in studio dell’introverso Jamie Stewart e dei suoi Xiu Xiu non è né il migliore né il più importante all’interno della carriera dei californiani. Perché sceglierlo allora? Probabilmente, nonostante i suoi difetti, “Women As Lovers” rimane il disco più idiomatico della formazione, guazzabuglio d’idee sonore che si scontrano fra loro senza mai trovare una mediazione accettabile. E in questo stato d’agitazione perpetuo fuoriesce magnificamente la natura tormentata e irrisolta del leader. Storture new wave, synthpop rabberciato, detriti noise, diramazioni dark, slanci folk e aperture pop vanno a formare un pulviscolo spesso interessante, a volte irritante, sempre vitale. Il singolo “I Do What I Want, When I Want” cova una tensione sotterranea che potrebbe esplodere in terrorismo rumorista (c’è anche uno stentato assolo di sax fra il free e il be bop), se non fosse per la melodia infantile che lo sostiene e il canto represso di Stewart che gli dona il consueto aroma indie. Si può anche restare inorriditi di fronte all’amusicalità degli Xiu Xiu, ma è impossibile negare l’originalità della proposta.
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