L’unico vero gruppo di “combat rock” del Duemila. Non ci credete? Beh, leggendo su Wikipedia dei Tinariwen vi convincereste subito della veridicità di quest’affermazione. Stiamo parlando di una band(a) di guerriglieri tuareg, popolazione fra le più dimenticate e oppresse del mondo, prima dai colonialisti delle potenze europee, ora dai regimi dei paesi musulmani. La genialità dei Nostri è stata quella di accantonare le armi per far parlare le chitarre e inondare di rock melodie tradizionali che con l’elettricità non avevano mai avuto nulla a che spartire. Sicuramente non cambieranno il mondo, e probabilmente la loro musica servirà a poco persino per la causa del popolo nomade del Sahara, ma a livello artistico i Tinariwen non si discutono. “Aman Iman” è solo uno dei molti grandi dischi sfornati dal gruppo, chimera reale di psichedelia West Coast e poliritmi africani, voci che s’affacciano dal deserto e s’intrecciano in un apparentemente impossibile connubio fra funk afroamericano e armonie berbere, folk secolare e blues dell’altro mondo. Non per tutti i palati, forse, ma come potrebbe esserlo un suono così ‘alieno’ da tutto quanto ha fagocitato il pop/rock negli ultimi decenni?
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