Calibro 35 – Traditori di tutti

Si tratta del quarto album del complesso italiano più esportabile all’estero. L’idea iniziale, suonare cover di colonne sonore di film poliziotteschi (e non solo) degli anni Settanta, poteva apparire velleitaria. Persino ingenua. Invece i Calibro 35 hanno sfondato da subito, maturando uno stile personalissimo, fatto di funk acidissimo ibridato con screziature rock, jazz e lounge, capace di dar nuovo lustro a temi musicali di oltre trent’anni prima. “Traditori di tutti” è il primo LP a presentare esclusivamente composizioni inedite, scritte interamente dal quartetto con la consueta preziosa partecipazione di Tommaso Colliva, produttore e occasionalmente compositore. Centro pieno, successo su tutti i fronti. Anche in prima persona, i Calibro 35 mostrano un’abilità fuori dal comune nel ricreare un certo suono che pareva perso nelle pieghe del tempo, e che in realtà si mostra vivo e presente a noi. Singolo a parte, il fulminante “Giulia Mon Amour” dal riffaccio mozzafiato e dal fraseggio d’organo Hammond da orgasmo istantaneo, questo è il disco più dark nella carriera di Enrico Gabrielli e soci; infatti, accanto alle consuete bordate al calor bianco di “Vendetta” e “You Filthy Bastards!”, le atmosfere malavitose di “Stainless Steel” e quelle rarefatte e dilatate dell’ultima parte del lavoro segnano una cupezza di fondo che non può che onorare l’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco a cui il cd è ispirato. “Traditori di tutti” è il capolavoro dei Calibro 35, nonché uno dei migliori parti italiani del 2013.

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