L’LP della reunion, “The Weirdness” (2007), era oggettivamente bruttino, e poteva far (molto) felici solamente i fan più accaniti degli Stooges e di Iggy Pop. Per fortuna, questo “Ready To Die” è di tutt’altra pasta. Nel mezzo c’è stata la bruttissima notizia della morte di Ron Asheton, ma l’Iguana e i suoi soci hanno comunque tirato avanti lasciando scaturire in questo album tutta la loro indole più selvaggia e feroce. Alla resa dei conti, è proprio Pop a dominare la scena, e la sigla Iggy And The Stooges non è affatto casuale. I testi delle 10 canzoni sono suoi al 100%, l’attitudine cazzona di episodi come “Sex & Money” (“I’m looking for a reason to live/Sex & money”, e ancora, “Nipples come and nipples go”, e via di questo passo) e “DD’s” (dedicata alle tette) è micidiale e ne vorresti di più (e infatti con “Job” arriva il rinforzino), le chitarre sferraglianti e il tono sboccato e menefreghista della musica sono il perfetto corollario alle parole dei brani. Si sente moltissimo la presenza di James Williamson, con gli Stooges sul mitico “Raw Power” (1973) e con Iggy solista nel sottovalutatissimo “Kill City” del ’77 (il riff della devastante “Gun” potrebbe esser uscito da quel disco); la sua chitarra ne fa di ogni, spesso affiancata dal sassofono di Steve Mackay, per una volta lasciato a briglia sciolta (il lavoro svolto su “Sex & Money” è encomiabile). In tutto questo meraviglioso strepitare, c’è anche spazio per un paio di ballad, “Unfriendly World” e la conclusiva “The Departed”, sentita elegia dedicata da Osterberg proprio allo scomparso Asheton. Di dischi così non se ne ha mai abbastanza, peccato che li sappia fare solo l’Iguana.
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