The Knife – Shaking The Habitual

Un doppio cd per 96 minuti di musica. A partire dalle dimensioni, è chiaro l’intento enciclopedico del quarto parto di The Knife, il duo elettronico più famoso di Svezia (e ormai fra i più quotati al mondo). I fratelli Olof e Karin Dreijer Andersson allestiscono un’opera colossale, ideale riassunto di trent’anni (meglio dire quaranta) di suono sintetico. In “Shaking The Habitual” c’è davvero di tutto, dalla psichedelia dei primi corrieri cosmici sino ad arrivare alle più recenti esperienze grime e minimal techno. Nel mezzo c’è il tempo di gustarsi house, ambient, drum & bass, big beat, IDM e lievi quanto rare sfumature pop; infatti, l’amelodicità complessiva dei due dischetti potrebbe essere un fattore respingente per gran parte del pubblico. È comunque difficile non emozionarsi per almeno qualcuna delle 13 tracce qui stipate, dato il bombardamento ciclopico d’input diversi ai quali si è sottoposti. C’è chi potrebbe impazzire per il martellamento ritmico spietato di “Full Of Fire”, nove minuti di scontro fra l’Aphex Twin di “Come To Daddy” e i Chemical Brothers di “Dig Your Own Hole” risolto in dialettica progressive, mentre qualcun altro rimarrebbe affascinato dalla Bjork-iana “A Tooth For An Eye”, e via elencando. Gusti a parte, “Shaking The Habitual” non contiene un minuto di noia e si può certamente fregiare del titolo di disco dell’anno in ambito elettronico.

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