Nicki Minaj, al terzo album in studio, è già considerata un termine di paragone per chi vuole cimentarsi nell’hip hop femminile. Lei lo sa, e per provocare fa uscire un singolo il cui video mostra generosi lati B a profusione, lasciando in secondo piano una musica che tra le altre cose campiona Sir Mix-a-Lot ottenendo il suo riconoscimento. “The Pinkprint” (venderà più di due milioni di copie) vorrebbe essere accostato a “The Blueprint” di Jay Z, evidente fonte di ispirazione dell’artista. Un azzardo, certo, ma gli intenti sono buoni e il risultato ne trae vantaggio.
Nicki però non se la sente di giocare pesante fino in fondo. La vera insicurezza è l’aver insistito sulla via dell’ibrido (non abbracciando quella del rap più sfacciato), autoimponendosi una manciata di ballate pop in cui il pianoforte accompagna rime docili e molto mainstream. Il successo è garantito, il riconoscimento nell’olimpo per ora rimandato.