Una mezz’ora di indie rock molto vitaminizzato e post-hardcore tutt’altro che scontato. Il terzo lavoro dei Cloud Nothings apre alla band di Cleveland le porte di una platea più ampia e variegata. Parlare di affermazione globale è forse prematuro, ciò che è sicuro è che le composizioni di Dylan Baldi e compagni riescono a unire chi cerca revival garage e quella relativa patinatura alternative che piace sicuramente a Pitchfork e adepti assortiti. Uptempo costanti e riff novantiani per un album che condensa tanta voglia di emergere e di sorprendere con semplicità e immediatezza.
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