Sganciato a sorpresa a pochi giorni da Natale 2014, l’atteso ritorno di D’Angelo ha travolto come una vera e propria bomba un panorama musicale internazionale che sembrava ormai con la testa verso il nuovo anno. Senza alcun annuncio, l’artista afroamericano ha dato un seguito a “Voodoo” dopo ben quattordici anni, un lungo periodo caratterizzato da numerosi problemi di dipendenza da alcol, importanti difficoltà personali e professionali, con le ultime che fecero slittare più volte l’uscita del suo terzo lavoro solista.
“Black Messiah” rompe con la tendenza di proporre una musica black più glamour e figlia della disco dance anni Settanta ed Ottanta, proponendo una raccolta di canzoni funk e R&B contaminate dalla psichedelia, dal rock e dal jazz. Una produzione sporca e analogica, che a tratti ricorda le soundtrack dei film Blaxploitation. Un vero e proprio capolavoro contemporaneo, un lavoro di squadra che ha visto coinvolto anche il batterista Questlove dei The Roots. Un caposaldo del moderno R&B.