“Squallor” è l’ottavo disco da solista di Fabri Fibra, uno dei rapper italiani migliori e maggiormente “temuti” dalle nuove leve. L’album esce senza preavviso nella notte, annunciato da un semplice tweet, ricordando le modalità utilizzate da Beyoncé e Kendrick Lamar. Nelle diciotto (ventuno nella versione digitale) tracce dell’album, Fibra dà fuoco a tutto e tutti, compreso il proprio ego. L’mc di Senigallia si scaglia contro lo squallore del Bel Paese, lo squallore del rap tricolore, della fama, dei critici e tutto sommato anche degli ascoltatori.
“Squallor” è parecchio superiore a diversi dischi rap usciti negli ultimi anni in Italia, grazie al livello livello delle produzioni affidate a nomi come Medeline, Dot da Genius e Amadeus. È l’elettronica acida, spigolosa, a farla da padrona e Fibra ci scivola sopra con maestria, con rime che spaziano dallo sgrezzo dritto al punto al simil-dadaista, concedendosi di tanto in tanto lo spazio per un virtuosismo o due. Tanti i featuring con nomi come Gue Pequeno (“E tu ci convivi”), Marracash (“Playboy”), Salmo e Nitro (“Dexter”), Clementino e Gel (“A volte”). Il più azzeccato è con l’mc franco-congolese Youssoupha in “Rock That Shit”.