Pochissimi anni dell’era moderna sono stati così prolifici per l’art rock. Iggy Pop, in quello che secondo l’Iguana stessa sarebbe l’ultimo disco della sua clamorosa carriera, confeziona insieme a Joshua Homme, Dean Fertitia e Matt Helders (Josh e Dean dai Queens Of The Stone Age, Matt dagli Arctic Monkeys) un capolavoro basato su jam session ordinate, rinvigorite dal sound desertico proprio di Homme, dall’immancabile afflato blues e, qua e là, da un’interpretazione quasi da crooner consumato. Polvere, ritmi funk, l’ombra di Bowie e una manciata di brani non adatti a un pubblico troppo giovane. Se a livello di sonorità qui di punk c’è poco, ce ne è in dosi massicce nella volontà di Iggy di pubblicare un lavoro simile nel 2016.
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