40 anni di Let There Be Rock, l’album che lanciò definitivamente gli AC/DC e Bon Scott

Il 21 marzo 1977 usciva Let There Be Rock, uno degli album più famosi degli AC/DC e il disco che lanciò definitivamente Bon Scott e i fratelli Young verso l’olimpo della musica. Bon Scott, primo cantante ‘vero’ della band (sostituì Dave Evans prima del debutto discografico), fu una figura unica e insostituibile nel panorama rock degli anni ’70. Di certo non sotto le luci della ribalta, ma a tutti gli effetti un rivoluzionario. Agli occhi del pubblico, cos’era una rockstar degli anni ’70? Un enigmatico e camaleontico David Bowie, con le sue pettinature da alieno e le dozzine di costumi? Un dio dorato come Robert Plant dei Led Zeppelin, uomo-alfa tutto droga e groupies? Una sinuosa divinità del jet set come Mick Jagger? Freddie Mercury al pianoforte bianco con la tutina da balletto? Ecco, poi arriva Bon: basso, brutto, allupato, più simile ad un marinaio tatuato che ad un musicista. Ecco che con lui gli AC/DC portano la rivincita del proletariato, dei colletti blu. I musicisti non sono più figure mitologiche appartenenti ad uno star-system irraggiungibile: essere in una band è un lavoro come un altro fatto di disagi, sconfitte e paghe scarse…ma dopo una giornata di fatiche una bella bevuta con gli amici e una scopata con una donnaccia tanto brutta quanto porca può essere la tua più grande vittoria. Bon Scott fu quasi un antesignano del grunge, radicale, duro & puro e senza orpelli…peccato che i grungettari odiassero gli assoli, altrimenti sarebbe stato un loro padrino.

Bon ci ha lasciato troppo presto, morendo in circostanze non del tutto chiare dopo una notte di bevute. Se n’è andato come è arrivato, in un lampo, ma il suo contributo è stato fondamentale.

Bon Scott – L’essenziale

01. It’s A Long Way To The Wop (If You Wanna Rock ‘n Roll) (da High Voltage, 1976) – “E’ lunga la strada per la vetta, se vuoi fare il rock’n roll”, le immortali parole di Bon riportano sulla terra tutti quelli che vedono lo showbiz con occhi fatati. Forse il più famoso avvertimento mai dedicato alle band emergenti, con tutte le amenità date da un vita lungo la strada tra i furti, le botte, i motel e il tempo che avanza inesorabile. Praticamente un manifesto.
02. T.N.T. (da High Voltage, 1976) – “Sono sporco, meschino e la mia mancanza di igiene leggendaria, sono un ricercato, nemico pubblico numero uno, ci siamo capiti?” La presentazione in stile western, trascinata all’irresistibile coro di OI OI OI, rende perfettamente l’idea di che razza di personaggi fossero gli AC/DC. Pericolosi, puzzolenti, pronti a tutto, anche ad esplodere come un candelotto di dinamite.
03. Dirty Deeds Done Dirt Cheap (da Dirty Deeds Done Dirt Cheap 1976) – “Se hai una compagna, vuoi che sparisca ma non ne hai le palle. Continua a lamentarsi giorno e notte, tanto da tirarti scemo. Alza il telefono, lasciala stare, era ora che ti decidessi. Dietro un compenso sarò felice di essere la tua via di fuga” Ma quanta dedizione e che spirito di sacrificio. Associazione a delinquere, omicidio di primo grado aggravato da futili motivi. Nel 76 i Queen cantavano “lega tua madre alla sedia” e per loro era già troppo…
04. Whole Lotta Rosie (da Let There Be Rock 1977) – “Non era esattamente bella, non era esattamente magra, 106-99-142, avresti potuto dire che ce le aveva tutte” Altro che 90-60-90. Una volta un mio eroico amico disse “Sono tutti bravi a scoparsi le fighe…voglio vederti a scopare un cesso!” Assolutamente al di fuori degli standard odierni di politically-correct, sex-shaming o cosa diavolo, l’inno al ‘basta che respiri’ è un onesto ritratto di una vita d’altri tempi, fatta di piaceri semplici e pochi fronzoli.
05. Let There Be Rock (da Let There Be Rock 1977) – “In principio, intorno al 1955, l’uomo non aveva idea dello spettacolo del rock ‘n roll e di tutto quel dimenarsi” Le pagine della creazione come ispirazione della nascita del rock. Una band fa la storia non solo quando vende tanto (cosa ce gli AC/DC han fatto) ma quando ispirano le generazioni a venire. E di sicuro anche loro hanno ispirato “quindici milioni di dita, tutte a imparare lo strumento”.
06. Highway To Hell (da Higway to Hell, 1979) – Non c’è bisogno di commentare il testo della canzone più famosa di Bon, una delle canzoni più famose del rock duro, quella che è diventata il suo testamento. “Vivendo senza pensieri, vivendo libero, abbonato a corse di sola andata, niente da chiedere, lasciatemi stare, prendendo tutto ciò che incontro, non ho bisogno di ragioni, di favolette, non c’è nient’altro che vorrei fare, vado a fondo, tempo di festeggiare, lì ci saranno anche i miei amici. Sono sull’autostrada per l’inferno.”

Bon Scott – Le gemme nascoste

01. Rock’n Roll Singer (da High Voltage, 1976) – “Paparino lavorava dalle nove alle cinque quando mia mamma mi aspettava, non ero ancora fatto e finito che già sapevo cosa avrei volute essere, ho lasciato la scuola e mi sono fatto crescere i capelli, non hanno capito, mi volevano rispettabile come un dottore o un avvocato (ma avevo altri piani)” Più chiaro di così…
02. The Jack (da High Voltage, 1976) – Un classico fisso in scaletta, da sempre accoppiato allo spogliarello di Angus Young, e uno dei momenti più scherzosi e ‘rilassati’ delle esibizioni degli AC/DC. Pochi però sanno che Bon utilizzò il gioco del poker non tanto quanto metafora per un incontro sessuale, ma per uno spiacevole caso di malattia a trasmissione sessuale.
03. Ride on (da Dirty Deeds Done Dirt Cheap 1976) – “E’ un’ altra notte solitaria, in un’ altra città solitaria, ma non sono troppo giovane per preoccuparmi e non sono troppo vecchio per piangere quando una donna mi lascia a pezzi. Ho un’ altra bottiglia vuota e un altro letto vuoto, non sono troppo giovane per ammetterlo e non sono troppo vecchio per mentire: sono solo un’ altra testa vuota.” Uno dei pochissimi momenti raccolti e di introspezione nella discografia della band, uno spaccato della vita del musicista brutalmente onesto, uno spettrale presagio riguardo al pericoloso rapporto con l’alcool.
04. Big Balls (da Dirty Deeds Done Dirt Cheap 1976) – Uno dei brani più cazzoni, umorismo da scuola media ma incredibilmente efficace. Giocato sul doppio senso “balli” – “balle” è impagabile sentire Bon fare la parte del milionario con la sua voce sgangherata e immaginarselo pasteggiare a champagne e frutti di mare.
05. Crabsody in Blue (da Let There Be Rock 1977) – Non so quante band possano avere nella propria discografia più di una canzone dedicata a malattie sessualmente trasmissibili. Si vede che Bon era ferrato sull’argomento. Nella sua rapsodia blu (dedicata ai pidocchi pubici) non lascia spazio all’immaginazione “e inizi a grattare quando iniziano a proliferare” ma è impagabile immaginarselo camminare tutto storto per il fastidio, fino a strisciare dal dottore.
06. Shot Down In Flames (da Higway to Hell, 1979) – Storie di amori appassionati? Avventure con donne mozzafiato? Anche no! E’ più divertente raccontare agli amici di quando sei così ingrifato dalla prima che vedi, e saresti disposto anche a pagare, ma sei in grado solamente di collezionare due di picche!

Marco Brambilla