In Italia si susseguono crisi di governo sempre più frequenti, che diverranno una costante della Prima Repubblica sino al suo epilogo. Viene formato il terzo Governo Moro. Oltre alle consuete oscillazioni politiche, il 1966 è l’anno in cui s’inasprisce il terrorismo separatista in Alto – Adige, e quello della terribile alluvione di Firenze, che, oltre a provocare morti e sfollati, mette in pericolo l’inestimabile patrimonio culturale custodito dalla città toscana.
Il salvataggio di molte opere d’arte sarà compiuto anche con l’aiuto dei giovani ‘beat’, fenomeno che in quell’anno si era allargato a macchia d’olio.
La musica beat sarà la novità musicale più importante nel panorama italiano (mentre il ’67 sarà l’anno contraddistinto dalla definitiva affermazione del cantautorato, grazie soprattutto a De André): decine di band si produrranno in cover di Beatles, Rolling Stones, Who e dei più famosi gruppi stranieri, al 90% inglesi.
Solo qualche temerario pescherà dal calderone garage rock, che negli States vive l’anno di massima esplosione, iniziando ad inglobare anche molti elementi della prima psichedelia. Con la guerra in Vietnam sempre più minacciosa, esplode definitivamente la controcultura e il movimento hippie, che nei tre anni successivi saranno fenomeni di risonanza mondiale e contamineranno molti aspetti della vita di tutti i giorni.
Saranno anche gli anni centrali per lo sviluppo del rock e del pop, che inizieranno ad assumere le forme che oggi tutti noi conosciamo. Ma già il ’66 mostra una fioritura incredibile di nuovi musicisti (Jimi Hendrix pubblica “Hey Joe”, il suo primo 45 giri) e nuove band, alcune delle quali, nonostante un esordio trascurabile (Jefferson Airplane e Buffalo Springfield gli esempi più notevoli), segneranno la storia della musica.
Per ora, comunque, le tre figure dominanti in questo panorama rimangono Beatles, Rolling Stones e Bob Dylan, le cui canzoni stanno assumendo una valenza culturale e sociale sempre più profonda.
Usando una metafora abusata ma terribilmente efficace, il rock dall’adolescenza sta passando alla piena giovinezza, e si tratta di un processo velocissimo che allora nessuno riusciva a comprendere.
Dimenticavamo: il Sanremo di quell’anno è vinto da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti, che interpretano “Dio come ti amo”.