I migliori dischi del 1985

Nonostante uno degli ultimi omicidi perpetrati dalle Brigate Rosse (ad essere ucciso è l’economista Ezio Tarantelli), il clima che si respira in Italia nel 1985 è radicalmente diverso rispetto a quello di soli cinque anni prima: l’inflazione scende sotto il 10% per la prima volta dal 1973, i consumi sono in crescita e gli yuppie iniziano a spuntare da ogni angolo, con la mafia sempre più spietata nel collezionare stragi e assassini.

Spia di questo mutamento sociale è l’arretramento del PCI, il partito che più aveva segnato la decade precedente; le elezioni regionali lo vedono indietreggiare rispetto alla DC, che recupera lievemente, e al PSI, che prosegue nella sua “onda lunga”. Craxi è sempre Presidente del Consiglio, mentre Francesco Cossiga subentra a Sandro Pertini alla presidenza della Repubblica.

Al di fuori dei patri confini, che il mondo stia cambiando lo s’intuisce anche dall’elezione di Mikhail Gorbaciov a segretario del PCUS in URSS; nel giro di un lustro le sue riforme porteranno alla dissoluzione del blocco sovietico e ad un’epocale mutamento del volto politico/economico del pianeta.

Tornando al nostro paese e introducendo il discorso musicale, al di sotto dei soliti nomi nazionalpopolari (a questo giro Sanremo è vinto dai Ricchi e Poveri con “Se m’innamoro”) le cose si muovono sempre più vorticosamente nell’underground del rock italiano: i Litfiba pubblicano il loro debut – album, “Desaparecido”, all’epoca salutato come uno dei migliori esempi di new wave nostrana (ma non si pensava che la band fiorentina sarebbe diventata così importante, anche sotto il profilo commerciale), mentre si moltiplicano gruppi della più varia estrazione, dall’hardcore punk al revival del garage all’alternative rock sino al metal, il quale vede persino i primi esempi di act estremi (è l’anno del debutto su LP dei Bulldozer).

In ambito internazionale, il mainstream è dominato dalle mutazioni delle band new wave, che ora abbracciano il rock chitarristico tout court (Simple Minds), altrimenti s’inventano commistioni fra synth – pop e sound elettrico (Tears For Fears), oppure si sciolgono per lasciar spazio al loro ex leader (è il caso di Sting).

In questo ambito, il debutto di maggior successo è quello dei norvegesi A-ha, anche se in assoluto chi fa il botto più colossale è una cantante afroamericana dalla voce incredibile, che modificherà definitivamente il vecchio rhythm and blues e il soul portandoli sui lidi del contemporaneo R&B: Whitney Houston balza in testa a tutte le classifiche con la sua omonima opera prima, che ad oggi ha totalizzato circa 25 milioni di copie vendute.

L’alternative rock continua a formarsi sulle ceneri dell’HC, oppure viene reinventato tramite l’accostamento fra rumore assordante e melodia zuccherina; in tal senso, “Psychocandy” dei Jesus And Mary Chain è uno degli esordi più fulminanti di ogni tempo. Tom Waits dà alla luce il suo probabile miglior disco di sempre, mentre un artista nero di Detroit, Juan Atkins, produce la prima traccia di musica techno della storia.

Il metal è ormai totalmente dominato da thrash più o meno estremo da una parte, e glam/street più o meno ammiccanti all’airplay radiofonico (e televisivo) dall’altra: fra i protagonisti si ricordano Slayer, Anthrax ed Exodus da un lato, Ratt e W.A.S.P. dall’altro, con i tedeschi Helloween che nel futuro prossimo si riveleranno decisivi nel far sorgere un nuovo sottogenere metallico, il power europeo, e nello scompaginare le carte in tavola. Cosa che sul versante più pesante faranno i Possessed, speculari ai teutonici nel portare il thrash alle sue estreme conseguenze e dare la prima, grezza forma al death metal.

Ma nell’85 si segnalano anche il secondo LP dei Red Hot Chili Peppers, di scarso successo ai tempi ma fondamentale nell’espandere il crossover fra più stili, e il debutto sotto forma di EP dei Green River, ossia il grunge prima che del grunge fosse stato formulato il concetto.

Per l’hip hop si tratta di un anno ricordato soprattutto per il successo di MC e band debuttanti. Su tutti LL Cool J che conquisterà in poco tempo pubblico e platino con il suo primo album. Non sono da meno le formazioni Doug E. Fresh & The Get Fresh Crew e Lisa Lisa & Cult Jam che, nonostante la distanza artistica in termini di stile e genere, saranno dominatori dello scenario hip hop del 1985.

Infine, le Salt-n-Pepa (inizialmente chiamate Super Nature) si affacciano sul mercato con il singolo “The Show Stoppa”, ma non è ancora tempo di record discografici.