I migliori dischi del 1988

Nel 1988 l’Italia fa i conti con una criminalità organizzata sempre più spietata, che non lesina in omicidi ed efferatezze varie, tanto che si allunga l’elenco dei morti ammazzati nelle guerre fra i clan delle varie mafie per il controllo del territorio, del traffico di stupefacenti e di altro ancora.

L’altra emergenza è quella ambientale: iniziano a sorgere i problemi per lo smaltimento dei rifiuti tossici, mentre alcuni impianti industriali vengono chiusi per le fughe di sostanze inquinanti e dannose sia per l’uomo sia per l’ambiente circostante. A livello politico il pentapartito continua a governare sotto la guida del democristiano Ciriaco De Mita, seppur in mezzo a parecchie frizioni fra i vari partiti.

È, dopo l’euforia, il volto meno rassicurante degli anni Ottanta che viene a galla, proprio quando il decennio sta per terminare. In campo internazionale, Ronald Reagan conclude il suo secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti, ma la politica del suo successore, Bush senior, non si distaccherà molto da quella dell’ex attore di Hollywood; Gorbacev in Unione Sovietica procede con le sue riforme, che porteranno ai mutamenti epocali del triennio successivo.

Mutamenti epocali che, in ambito tecnologico/informatico, si sono già avuti nel corso della decade, uno dei quali riguarda direttamente la musica: l’affermazione del compact disc, che ormai sta inesorabilmente soppiantando il vinile quale mezzo più comune per l’ascolto della musica su supporto fisico, e che nel giro di un lustro lo relegherà nella nicchia dei collezionisti.

In Italia Sanremo è vinto da Massimo Ranieri con il brano “Perdere l’amore”, ma il fenomeno dell’anno è Jovanotti, nuovo prodotto del clan Cecchetto che con “Jovanotti For President” sbanca le classifiche (sarà l’11esimo album più venduto a fine anno); all’epoca si pensava a una pura e semplice meteora, ma Lorenzo Cherubini smentirà tutti.

Il rock indipendente e il metal mettono in campo “Litfiba 3“, con la band di Pelù pronta ad esplodere, oltre agli esordi di Afterhours (cantavano ancora in inglese) e Death SS, ma a livello popolare è molto apprezzata la tournée (e conseguente disco) compiuta da Lucio Dalla e Gianni Morandi.

Nel mondo, intanto, gli U2 rafforzano la loro posizione di maggiori rockstar del momento con “Rattle And Hum”, via di mezzo fra disco in studio e documentario che non aggiunge molto a quanto detto da “The Joshua Tree”, ma che afferma con ancor più forza la loro enorme fama.

Nel mainstream, i casi discografici dell’anno sono Tracy Chapman e Roxette, ma è soprattutto il rock indipendente a iniziare la sua emersione dall’underground: i R.E.M. pubblicano il loro primo disco per una major, Jane’s Addiction e Living Colour allargano lo spettro del crossover fra hard rock e generi provenienti da altri contesti, i My Bloody Valentine codificano lo shoegaze, gli Happy Mondays il madchester sound, infine Dinosaur Jr., Sonic Youth e Pixies escono con opere che influenzeranno pesantemente il grunge.

Il quale, proprio nell’88, con la compilation della Sub Pop e con l’esordio su EP dei Mudhoney inizia a formarsi e rendersi riconoscibile. L’hard rock melodico e il glam metal continuano, però, ad andare alla grandissima, con un altro successone targato Bon Jovi e le release di Cinderella e Poison che vendono milioni di copie. Il thrash metal si fa più tecnico e intricato con i Metallica, l’heavy metal classico diventa progressivo con Iron Maiden e Queensryche (seppure in modi del tutto differenti) e industriale con i Ministry.

A livello più estremo non si segnalano grosse novità, tuttavia basterà aspettare il triennio successivo per aver a che fare con uscite cruciali per il death e il black metal: per ora il thrash, con Megadeth e Slayer nuovamente autori di due dischi formidabili, se la passa ancora benissimo.

In conclusione, tra influenze metal e rime violente si chiude un anno particolarmente ricco pure per l’hip hop e tutti i suoi sottogeneri. I Public Enemy e N.W.A sono i protagonisti assoluti: i primi per riconoscimenti e premi, i secondi per aver “conquistato” il disappunto di istituzioni ed FBI a causa di liriche poco ortodosse.

Il classico è ancora una realtà solida grazie ad artisti come Slick Rick ed Eric B. & Rakim. Da sottolineare anche “Critical Beatdown” degli Ultramagnetic MC’s che fu considerato tra i migliori album black, ma con almeno un anno di ritardo.