I migliori dischi del 1997

Il 1997 è un anno apparentemente calmo per la politica italiana: il governo Prodi ha ancora la forza di reggersi in piedi; il giorno della caduta, però, non è lontano. Intanto è la natura a mettere a soqquadro il Belpaese (per una volta la maiuscola è necessaria): fra settembre e ottobre una serie di forti scosse sismiche devastano gran parte del territorio di Umbria e Marche; si contano 11 morti, 100 feriti e più di 80.000 case danneggiate.

Il terremoto provoca anche gravissimi danni al patrimonio artistico, fra cui il crollo della volta della Basilica di San Francesco ad Assisi, affrescata da Giotto e Cimabue. In Europa, dopo 18 anni di governo conservatore, i laburisti di Tony Blair vincono le elezioni in UK, e gli Accordi di Schengen entrano in vigore anche per l’Italia. Nel mondo, il ’97 è l’anno della morte di Madre Teresa di Calcutta e di Lady Diana, dello sbarco su Marte della sonda Pathfinder e del Protocollo di Kyoto sulle emissioni dei gas serra.

In tutto questo, l’evento che avrà più ripercussioni nel futuro e che cambierà la vita a miliardi di persone è la nascita del motore di ricerca Google, che da allora s’ingigantirà a dismisura di pari passo con lo sviluppo di Internet.

Passiamo alla musica: la canzone vincitrice del Festival di Sanremo è “Fiumi di parole” dei Jalisse, divenuti ‘famosi’ loro malgrado per essere totalmente scomparsi dopo quest’affermazione. Il pop/rock italiano è in realtà dominato da Ligabue (“Su e giù da un palco” è il primo live di un musicista italiano a tagliare il traguardo dei 10 dischi di platino), Jovanotti (“Lorenzo 1997: L’albero” porta il Nostro al di fuori dei confini del rap tricolore) e Andrea Bocelli (“Romanza” è anche un clamoroso successo internazionale).

Il rock indipendente è invece scosso da “Hai paura del buio?” degli Afterhours, fra i dischi alternative rock italiani più importanti degli anni Novanta.

All’estero il pop easy listening è incarnato da Celine Dion, con il singolo strappalacrime “My Heart Will Go On” che beneficia dell’inserimento nella colonna sonora di “Titanic“; quello ‘di ricerca’ è segnato dalla pubblicazione di “Ok Computer” dei Radiohead, fra le opere più influenti degli ultimi vent’anni.

Ottime prove anche per Björk e, in ambito britpop e simili, per Blur e The Verve. Il 1997 è però l’anno dell’esplosione definitiva del big beat, ossia la musica elettronica che si riveste d’attitudine rock: “Dig Your Own Hole” dei Chemical Brothers e, soprattutto, “The Fat Of The Land” dei Prodigy vendono milioni di copie e portano il suono dei sintetizzatori nelle case di parecchi rockettari.

Altri eventi importanti riguardano il post rock, che con i Mogwai imbocca nuove vie espressive, la black music, che in Erykah Badu trova una nuova soul singer in grado di rivaleggiare con alcune grandi del passato, e infine la grande tradizione della musica americana, con l’ennesimo colpo di coda di Bob Dylan: nello stesso anno l’artista pubblicherà il bellissimo “Time Out Of Mind” e, in occasione del Congresso Eucaristico di Bologna, suonerà al cospetto del Papa.

Per quanto riguarda l’universo dei suoni più duri, questi 12 mesi sono decisivi nell’evidenziare una netta scissione fra ‘modernisti’ e ‘tradizionalisti’: i primi sono rappresentati soprattutto dalle band nu metal, che oltre ai Korn possono ormai vantare i milioni di copie vendute da parte di Deftones e Limp Bizkit; i secondi, numericamente inferiori ma fortissimi in Europa, si fanno chiamare ‘defender’ e alimentano il boom del power metal, che dopo Helloween e Blind Guardian vede l’esplosione di Gamma Ray, Stratovarius, Hammerfall e Rhapsody (sì, il genere va fortissimo anche in Italia e si svilupperà ulteriormente con i buoni lavori di Labyrinth e Domine).

Posizione del tutto particolare tengono, invece, i Rammstein con il loro industrial cantato in tedesco. Frattanto il metal estremo è sempre più diviso in molteplici sottogeneri, e fra le varie uscite si segnalano per potenza espressiva l’avantgarde de “La Masquerade Infernale” degli Arcturus, il violentissimo noise – sludge di “Temple Of The Morning Star” dei Today Is The Day e il folle cyber/industrial/thrash degli Strapping Young Lad; ma continuano a venir pubblicati migliaia di dischi di band death, black e doom metal, a confermare la tendenza alla disgregazione del vecchio hard & heavy in miriadi di rivoli contigui, che tuttavia divergono a causa di una o più sfumature.

Concludendo con l’hip hop, in Italia si registrano nuove produzioni underground. Gli Otierre completano il loro secondo e ultimo lavoro “Dalla Sede”, prima di sciogliersi e riunirsi (in parte) nella nuova formazione Gente Guasta. Dj Gruff, intanto, torna in studio in versione solista per “Zero Stress”.

Ma il protagonista assoluto di questo ‘97 è Frankie HI-NRG che con “Quelli Che Ben Pensano” si porta a casa il titolo di canzone dell’anno.

Gli States vengono colpiti (mantenendo l’attenzione esclusivamente su questioni musicali) da una seconda scomparsa e ancora apparentemente attribuibile alla faida tra le coste. Notorious B.I.G. viene assassinato a Los Angeles durante il tour promozionale di “Life After Death” mentre era a bordo della sua auto. Il doppio disco sarà pubblicato, dalla Bad Boy Records, quindici giorni dopo la sua morte con risultati di vendita smisurati.