I migliori dischi del 2016

Il 2016, settantesimo compleanno della Repubblica, segna un nuovo cambio di Governo, in seguito alla vittoria del “No” nel terzo referendum costituzionale nella storia italiana. Matteo Renzi si dimette, e al suo posto, tra mille polemiche, si insedia il Governo Gentiloni. L’instabilità nella politica si rispecchia allo stesso modo anche nell’ambiente. Il 24 agosto e il 30 novembre, una serie di intensi sciami sismici colpisce il Centro Italia, radendo al suolo interi paesi e causando la morte di centinaia di persone.

E pure la situazione all’estero non è delle più felici. Continua il regime di terrore dell’ISIS, con una serie di attentati sanguinosi che hanno toccato più volte la Turchia, quindi Bruxelles il 22 marzo, Orlando il 12 giugno, Nizza il 15 luglio e la Germania per ben due volte (a Monaco di Baviera il 22 luglio e a Berlino il 19 dicembre), proseguendo sulla scia di morte tracciata a partire dalle stragi parigine del 2015.

Il 2016 è ‘“annus horribilis” anche per l’incredibile concentrazione di scomparse nel mondo dello spettacolo, della politica e della medicina. Ci hanno lasciato infatti, solo per citare una manciata di nomi, personaggi del calibro di David Bowie e Leonard Cohen (autori di due dischi-testamento eccezionali), Keith Emerson, Greg Lake, Prince, Nick Menza, George Michael, Fidel Castro, Muhammad Ali, Gene Wilder, Carrie Fisher e la madre Debbie Reynolds, oltre ai nostrani Umberto Eco, Ettore Scola, Dario Fo, Umberto Veronesi e Bud Spencer.

In un quadro così desolante, fanno forse meno notizia del dovuto eventi in realtà fondamentali. Il Regno Unito decide di uscire dall’Unione Europea (la cosiddetta Brexit), Donald Trump diventa a sorpresa Presidente degli Stati Uniti e un musicista (e che musicista) diventa Premio Nobel.

Il riconoscimento per la Letteratura non viene assegnato a uno scrittore tout court, ma a un cantautore: quel Bob Dylan, che troppo impegnato, non andrà neanche a ritirare la prestigiosa onorificenza a Stoccolma, mandando a esibirsi al suo posto Patti Smith.

Il 2016 è stato un anno molto prolifico per quanto riguarda le release discografiche. Complessivamente sono usciti moltissimi album degni di nota, una netta ripresa rispetto al recente passato. Abbiamo assistito a una serie di ritorni di mostri sacri come Radiohead, Lady Gaga, Robbie Williams, Red Hot Chili Peppers, Metallica e Green Day, oltre a debutti sorprendenti.

Inoltre per la prima volta nella storia, una band metal, gli Avenged Sevenfold, ha pubblicato a sorpresa l’ultimo disco con una strategia di marketing adottata in passato solo da U2 e Beyoncé. Beyoncé che, ancora una volta, è stata tra le regine del mercato con Lemonade, sesto sigillo in una carriera che sembra non conoscere battute d’arresto. La popstar si è esibita anche allo Stadio di San Siro, in uno degli appuntamenti live più importanti dell’anno in Italia.

Parlando di concerti, anche Muse, David Gilmour, Neil Young, Bruce Springsteen, Adele, The Who, Cure e Placebo hanno lasciato ottimi ricordi ai fan italiani. Un po’ meno Rihanna e Justin Bieber (viste le polemiche relative all’eccessivo ricorso al playback on stage dei due artisti).

La musica elettronica ha vissuto un periodo particolarmente fortunato con le performance di Paul Kalkbrenner, Massive Attack e Disclosure, così come il metal, con le tappe degli Iron Maiden e il tour d’addio dei Black Sabbath. Il poco fiorente mercato dei festival ha dato qualche sprazzo di vita con il resuscitato Gods of Metal e l’I-Days Festival, svoltisi entrambi al Parco di Monza.

In tema di eventi open air, impossibile non citare il That’s Live dei Rockin’1000 tenutosi allo stadio di Cesena con la partecipazione di mille musicisti alle prese con diverse reinterpretazioni dal vivo di classici del rock.

I tour degli artisti italiani (in particolar modo Vasco Rossi, Salmo, Laura Pausini, Pooh, Modà, Ligabue, Elisa, Emma, Alessandra Amoroso, Baglioni e Morandi e i fenomeni teen Benji & Fede) sono sempre più spettacolari e di conseguenza, di grandissimo successo. L’indie italiano, tra gli altri con Calcutta, Thegiornalisti, Motta e Cosmo, prosegue la sua ascesa nelle chart che contano, e arriverà a conquistare addirittura i palazzetti nel 2017.

Il sessantaseiesimo Festival di Sanremo, condotto per la seconda volta da Carlo Conti, è stato seguitissimo (49,58% di share in media) e ha premiato gli Stadio con “Un giorno mi dirai”, mentre tra le Nuove Proposte si è aggiudicato il titolo Francesco Gabbani con la canzone “Amen”.

Per quanto riguarda i talent, l’edizione numero 10 di X Factor (che ha visto la vittoria dei Soul System) è stata anche la più tormentata. Tra autoeliminazioni e polemiche, le vere star, ancor più dei cantanti, sono i giudici stessi: tra Alvaro Soler e Arisa, è Manuel Agnelli a spiccare. Il cantante degli Afterhours, dopo aver candidamente ammesso di essere presente solo per i soldi, si è rivelato (l’unico) valore aggiunto di una trasmissione piuttosto stanca.

Tutt’altro che di stanca l’anno di Fedez (quarto giudice del talent), J-Ax e la loro etichetta Newtopia. Le views su YouTube e il successo dei (terribili) singoli del loro pupillo Fabio Rovazzi, hanno da un lato ulteriormente certificato l’indiscussa capacità imprenditoriale dei due rapper, dall’altro l’ennesimo decadimento qualitativo della musica italiana di massa. Tuttavia, i nuovi album di Tiziano Ferro, Giorgia, Ligabue ed Elisa, oltre al ritorno del duo Mina/Celentano, hanno sistemato le cose, garantendo il mantenimento di un livello medio più che accettabile, accanto alle conferme dell’hip hop nazionale (vedere alla voce Salmo).

Il 2017 vedrà sicuramente qualche cambiamento in materia “biglietterie online”. Lo scandalo del bagarinaggio che ha travolto la musica live in seguito a un servizio della trasmissione Mediaset “Le Iene”, ha suscitato lo sdegno popolare (nonostante a livello giudiziario si dovrà aspettare ancora parecchio per capire quali saranno le reali conseguenze per chi ha sbagliato).

Tra gli effetti più rumorosi provocati dalla questione, da segnalare la decisione di Vasco Rossi, che ha scelto un nuovo promoter (separandosi da quello storico) per organizzare l’evento celebrativo dei suoi quarant’anni di carriera, segnale che comunque qualcosa di grosso potrebbe davvero succedere internamente al mondo del ticketing e dei promoter.