Il successo planetario di Charlie Puth non è stato un caso, ma il frutto di un lavoro di lima non indifferente sul personaggio e sul sound, che si erano fatti notare entrambi abbondantemente già con il precedente “Nine Track Mind”. Per questo quindi “Voicenotes” è arrivato al numero quattro nella Billboard 200, oltre a sfornare cinque singoli, uno più fortunato dell’altro (“Attention” infatti è arrivato al numero cinque della Billboard Hot 100 e “How Long” ha toccato invece la ventunesima posizione). L’album, prodotto dallo stesso Puth, presenta due anime speculari: da una parte infatti troviamo i pezzi più ballabili, fondati su influenze funk e elettroniche, dall’altra invece il volto più acustico e intimo dell’artista, che nel giro di appena due anni dal debutto ha dimostrato una crescita e una maturità invidiabile, anche da colleghi ben più navigati.
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