Fondati dal cantante e chitarrista Peter Tägtgren nel 1990, gli svedesi Hypocrisy si sono sempre distinti dalle altre compagini death metal del loro paese per un approccio piuttosto eclettico e vicino a quello floridiano, non riducibile né alla scuola di Stoccolma né a quella di Goteborg. “Abducted” (il titolo, la copertina e i testi delle canzoni hanno tutti a che fare con una fissazione del leader, gli alieni) è sicuramente il lavoro più rappresentativo del gruppo, nel suo essere ambivalente fra violenti assalti all’arma bianca (“Killing Art”) e perlustrazioni atmosferico/psichedeliche (“Slippin’ Away” e “Drained”, Pink Floyd-iane sino al midollo). Semplicemente un grande disco, e se in futuro gli Hypocrisy ne scriveranno altri di ottima fattura, non raggiungeranno mai più la perfezione di “Abducted”.
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