Un culto più che sotterraneo, per quella che accanto ai Gories è stata la più grande garage band degli anni Novanta (e ancora adesso nessuno è stato in grado di eguagliarla). Vengono da Memphis i tre finti fratelli Oblivian, Jack, Eric e Greg, e il rock and roll scorre nelle loro vene sin dalla nascita. Si alternano a voce, chitarra e batteria. Il basso non serve. “Popular Favorites“, capolavoro di una discografia discontinua e spezzettata fra piccolissime etichette di ultra nicchia, è la più divertente e gioiosa detonazione garage blues delle ultime quattro decadi. Inutile stare a citare singole canzoni, si fa prima a leggere la tracklist. Prendete John Lee Hooker e Chuck Berry, mandateli in overdose di anfetamine e poi fateli partecipare a una jam con Stooges e Cramps: probabilmente quel che ne verrebbe fuori sarebbe molto simile alla musica che facevano gli Oblivians. Produzione a bassissima fedeltà, canto psicotico, frequenze altissime sparate a manetta, blues e punk martirizzati senza pietà in 34 minuti di catarsi sonica. Vale tanto oro quanto pesa.
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