Il chitarrista e cantante del Mali Ali Farka Touré è forse l’artista più adatto a riempire di significato una definizione di comodo come quella di “world music“. Escogitata per fini essenzialmente commerciali, prende diverso e più pregnante senso attraverso le note dei dischi del nativo di Timbuktu, veri e propri “crossroads” fra blues afroamericano e musica tradizionale africana. Etichettato come “african blues”, lo stile di Touré è in realtà cosmopolita per intima inclinazione. Un suono arcaico e modernissimo al tempo stesso (a sentire alcuni brani, pare di aver a che fare con fragranze non dissimili da quelle dispensate dai ricercari e fantasie per liuto del Cinquecento, e allora siamo in Europa qualche secolo prima), che non conosce confini se non quelli dell’intera umanità. Musica del mondo, appunto, assimilabile e apprezzabile tanto nell’Africa Sub Sahariana quanto in Norvegia, in Laos come in Ecuador. È la collaborazione con Ry Cooder in “Talking Timbuktu” (1994) a rendere il maliano definitivamente celebre in occidente, tuttavia “In The Heart Of The Moon” è opera ancor più significativa. Per la presenza del compatriota Toumani Diabaté alla kora. Perché Cooder compare anche qui. E, infine, perché si tratta dell’ultimo disco pubblicato con Touré ancora in vita. Morirà nel marzo dell’anno successivo.
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