Ho scritto l’articolo, l’ho riletto e l’ho cancellato tutto. Questo perché non si capiva il senso di ciò che volevo dire e cioè questo: Alex Turner è un fottutissimo genio! Uno dei più grandi geni musicali contemporanei. Oggi compie 30 anni e non potendo andare in pellegrinaggio a casa sua a Sheffield, bisogna quanto meno omaggiarlo come si deve.
Ok ora mi sento meglio.
Dicevamo, il frontman degli Arctic Monkeys è uno degli artisti di maggior talento degli ultimi decenni, lo ripeto se non fosse chiaro. Nel 2005, all’età di 19 anni, Turner registra con la sua band un Ep che entrerà nella storia della discografia mondiale. Muti, tutti. L’ep in questione si chiama “Five Minutes With Arctic Monkeys” e contiene, con variazioni minime (anche da un punto di vista di arrangiamenti) i brani che l’anno successivo entreranno a far parte del loro primo album “Whatever people say I am, that’s I’m not”. Un milione di copie in 8 giorni. Guinness dei Primati che batte il precedente record degli Oasis. Ripeto: Diciannove.Cazzo.Di.Anni.
Fan degli Strokes e dei White Stripes, questi ragazzini di Sheffield entrano nel fermento del mercato discografico inglese di quegli anni, spazzando via tutti e guadagnandosi da lì a pochi anni il ruolo di headliner nei principali festival mondiali.
Questa è la storia.
Da fenomeni del web, del primo web, ai palchi di tutto il mondo attraverso hit planetarie e migliaia di live. Il passo è stato breve e il fenomeno si spiega facilmente. La loro scrittura è immediata e cavalca, soprattutto nei primi album, il filone indie-rock del primo decennio degli anni duemila. I video hanno sempre qualcosa in grado di contraddistinguerli per quanto, soprattutto nei primi clip, loro non appaiano quasi mai.
Quello però che forse ha fatto la differenza rispetto a migliaia di altri gruppi è la capacità di Turner di descrivere una generazione con testi immediati, semplici e diretti ma mai banali. Un talento unico che ha saputo nel tempo crescere e maturare arrivando a toccare vette di scrittura elevatissime. Potrei dilungarmi ma non lo faccio.
In questi anni Alex Turner ha saputo trasformarsi da ragazzo prodigio ad artista maturo, coltivando tra le altre cose, il suo ego che pare non avere più limiti. Augurandoci di ascoltare presto qualcosa di nuovo (Il nuovo album dei The Last Shadow Puppets atteso a giorni, ad esempio), festeggiamo insieme i suoi 30 anni con i video più significativi della sua carriera.
Arctic Monkeys – The View From The Afternoon
Credo basti la frase
“When she’s pressed the star after she’s pressed unlock
And there’s verse and chapter sat in her inbox
And all that it says is that you’ve drank a lot”
per capire cosa intendo quando dico che Turner ha saputo descrivere una intera generazione.
Arctic Monkeys – Fluorescent Adolescent
Gli Arctic Monkeys sono stata forse l’ultima band ancora legata al mondo del videoclip. Soprattutto per i primi due album, l’uscita di un loro nuovo video era vissuta come un evento, soprattutto quando i video erano di questa portata.
Arctic Monkeys – If You Were There Beware (Live at the Apollo)
Il primo (e per ora) unico DVD Live è una perla. Questo il finale. Brividi.
The Last Shadow Puppets – The Age Of The Understatement
Insieme all’amico Miles Kane, Alex Turner dà sfogo alla deriva più vintage delle sue sonorità.
Alex Turner – Stuck on a Puzzle
Un Ep da solista per la colonna sonora dello splendido Submarine in cui Turner si mostra a nudo come cantautore raffinatissimo.
Arctic Monkeys – R U Mine
Un pugno in faccia, impossibile stare fermi, impossibile non amare questo video.
Giuseppe Guidotti