Beach Boys, “Pet Sounds” compie 50 anni: il disco che cambiò la musica pop

Si è detto spesso di tanti album che hanno rivoluzionato la musica, ma mai nessun disco è riuscito a cambiare radicalmente la storia della musica pop come “Pet Sounds” dei Beach Boys, che compie cinquant’anni dall’uscita il 16 maggio 2016.

“Pet Sounds” non è un disco qualunque: è l’epitaffio di una band che nel giro di pochi anni aveva inventato un nuovo modo di armonizzare le voci e i suoni. È il capolavoro di Brian Wilson, che in questo album mise a frutto la potenza espressiva non solo dei suoi studi sull’armonia e sui suoni, ma soprattutto sulle tecniche di registrazione e sulla ricerca di un modo diverso di affrontare il lavoro in studio; roba sua, principalmente, perché i Beach Boys come gruppo entrarono in maniera tangenziale nella “creazione”, intesa proprio in senso divino, di questo capolavoro tra i più assoluti di sempre.

Ci vollero cinque ingegneri del suono e cinque mesi di lavoro, tra scrittura dei brani e registrazioni, per realizzare “Pet Sounds”, undicesimo disco in studio dei Beach Boys e cambio radicale rispetto ai loro lavori precedenti. Brian Wilson lavorò a fianco del giovane Tony Asher per i testi e richiamò i Beach Boys per le registrazioni solo a composizione avvenuta.

Basta ascoltare l’apertura, affidata ad un brano come “Wouldn’t it be nice”, per capire già dove si andrà a parare in “Pet Sounds”: sembra una canzoncina innocua, lieve pop da spiaggia, gradevole all’ascolto e allegramente orecchiabile. Poi scopri con attenzione i giochi di voce, le armonie, la sottile eleganza. Procedi ad ascoltare e vieni conquistato dall’orchestra di “Don’t Talk (Put Your Head On My Shoulder)”, che Brian Wilson fece registrare prima dell’incisione delle voci, creando un effetto wall of sound che nemmeno Phil Spector.

Non si può prescindere da “Pet Sounds” per capire la musica della seconda metà degli anni Sessanta. George Martin ebbe a dire che senza il capolavoro dei Beach Boys non sarebbe mai esistito Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, visto che Paul McCartney lo ascoltò fino alla consunzione e lo impose anche a John Lennon. Ma non ci sono stati certo solo loro ad essere così influenzati dalla sinfonia pop barocca, ed elegantissima, dei Beach Boys.

“Pet Sounds” conserva dopo 50 anni una fresca inquietudine da necessità di cambiamento, una spinta potente alla ricerca di qualcosa che sembra ancora introvabile. God only knows what pop music would have been without you.

Arianna Galati

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