E’ iniziato il 2014, vediamo quali sono i 50 anniversari (e le probabili ristampe che arriveranno nei prossimi mesi) dei dischi migliori usciti rispettivamente nel 2004, 1994, 1989 (su su, il venticinquennale è oramai considerato un avvenimento da celebrare punto e basta), 1984, 1974 e 1964! Per fare ciò abbiamo abusato del nostro progetto di analisi sulla storia della musica che sarà completato entro fine mese. Manca qualcosa? Sicuramente, ma non è stato facile selezionare gli album, cercando di essere equilibrati e di non calcare troppo la mano sull’underground (come in realtà avremmo voluto fare!). Eccovi le nostre scelte, in ordine cronologico e alfabetico all’interno dei periodi considerati.
2004
1. Arcade Fire – Funeral: esordio di una band che dieci anni dopo è in cima al mondo.
2. Biagio Antonacci – Convivendo: con questo album Biagio conquista definitivamente il grande pubblico.
3. Franz Ferdinand – Franz Ferdinand: chitarre post punk e attitudine melodica e danzereccia per l’esordio dei FF.
4. Kanye West – The College Dropout: esordio per uno dei leader assoluti dell’hip hop contemporaneo.
5. The Killers – Hot Fuss: Brandon Flowers e soci suonano più inglesi di una band inglese del 1982…
6. Alter Bridge – One Day Remains: Mark Tremonti apre un altro capitolo fondamentale dell’era post grunge.
7. Green Day – American Idiot: una super punk rock opera e la svolta nella carriera del trio.
8. Killswitch Engage – The End Of Heartache: cambia il singer ma i KSE rimangono i leader della scena metalcore.
9. Papa Roach – Getting Away With Murder: ultimi succulenti sussulti nel genere nu/rap metal.
1994
10. Blur – Parklife: un manifesto assoluto del britpop.
11. Jeff Buckley – Grace: un miracoloso punto d’incontro fra antico e moderno.
12. Oasis – Definitely Maybe: un altro manifesto assoluto del britpop.
13. Dream Theater – Awake: secondo capolavoro a due anni di distanza dal primo per la prog metal band.
14. Green Day – Dookie: Basket Case segna l’inizio della rivoluzione pop punk.
15. Nirvana – Mtv Unplugged In New York: esce dopo la morte di Kurt, e fa piangere tutti.
16. Soundgarden – Superunknown: l’espressione massima dell’arte della grunge band di Seattle.
17. Korn – Korn: l’inizio dell’era nu-metal.
18. Machine Head – Burn My Eyes: derivativo ma fondamentale per l’evoluzione del metal iper distorto.
19. Nine Inch Nails – The Downward Spiral: sperimentazione industrial metal e accessibilità ‘pop’ in un abbraccio mortale.
20. Pantera – Far Beyond Driven: uno dei dischi più violenti di sempre debutta al primo posto di Billboard…
1989
21. Aerosmith – Pump: hard rock tostissimo, sfavillante e ricoperto di lustrini.
22. Cure – Disintegration: lontani dai tempi del puro dark sound, Robert Smith e compagni raggiungono un nuovo vertice creativo.
23. Elio e le Storie Tese – Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu: rock e funk, disco e progressive, synth – pop e fusion: il crossover degli Elii è ben più serio di quanto si creda.
24. Motley Crue – Dr. Feelgood: più di sei milioni di copie per la grande glam metal band.
25. Sepultura – Beneath The Remains: la furia del thrash/death metal brasiliano dei Sepultura giunge alla propria espressione migliore.
1984
26. Bruce Springsteen – Born In The U.S.A.: il Boss diventa definitivamente un’icona della musica a Stelle e Strisce e l’eroe della classe operaia statunitense.
27. Bryan Adams – Reckless: il miglior disco di Bryan Adams, in cui la vena commerciale abbraccia il rock da arena.
28. Bon Jovi – Bon Jovi: il duro esordio entrato profondamente nei cuori dei die hard fan.
29. Celtic Frost – Morbid Tales: le origini del black metal, con tanto di chitarre zanzarose e atmosfera di fondo malsana.
30. Fabrizio De André – Crêuza de mä: forse il più grande disco italiano della storia, che riceve persino le lodi di David Byrne.
31. Iron Maiden – Powerslave: il picco assoluto della loro creatività e la fine dell’era classicamente metal iniziata nel 1980.
32. Madonna – Like A Virgin: il secondo album della Regina del pop è l’inizio del mito.
33. Manowar – Hail To England: la definitiva consacrazione europea per la band americana portatrice del verbo dell’epic metal.
34. Metallica – Ride The Lightning: un album in cui i quattro presentano IL thrash metal di quegli anni.
35. Prince – Purple Rain: il suo più grande successo commerciale, sintesi magistrale fra musica nera e new wave bianca.
36. Run-D.M.C. – Run-D.M.C.: il debutto che fece sbarcare il rap su MTV. Fondamentale.
37. The Smiths – The Smiths: uno degli esordi più seminali di sempre, in grado di formare migliaia di band indie/alternative pop.
38. U2 – The Unforgettable Fire: lo storico album di “Pride”, il modello al quale gli U2 si affideranno per compiere l’ultima, estrema metamorfosi.
39. Van Halen – 1984: il picco assoluto di creatività e celebrità del combo guidato da Eddie Van Halen, l’ultimo con David Lee Roth alla voce.
1974
40. Area – Caution Radiation Area: la leggenda progressive nazionale incide il proprio disco più duro e ostico.
41. Bob Marley & The Wailers – Natty Dread: il primo lavoro in cui campeggia protagonista il nome di Bob Marley. Pietra miliare.
42. Deep Purple – Burn: il più significativo lavoro dei Deep Purple nella nuova formazione del Mark 3.
43. Kraftwerk – Autobahn: uno degli album più importanti nella storia del sound elettronico.
44. Kiss – Kiss: le quattro facce pitturate che hanno portato una ventata d’aria fresca nel panorama dell’hard rock dell’epoca.
45. Lucio Battisti – Anima latina: una delle testimonianze più originali e creative nella storia della musica leggera italiana.
46. Queen – Sheer Heart Attack: i Queen decidono di alzare il tiro e di abbandonare ogni freno inibitore della loro creatività.
1964
47. Johnny Cash – I Walk The Line: uno dei pochi LP di Johnny Cash ad aver raggiunto il disco d’oro, oltre ad essere uno dei più belli.
48. Rolling Stones – The Rolling Stones: un esordio composto essenzialmente di cover, per il Big Bang degli Stones.
49. Simon & Garfunkel – Wednesday Morning, 3 a.m.: il primo disco del duo che reinventò il folk rock acustico.
50. The Beatles – A Hard Day’s Night: la colonna sonora del loro omonimo film. Il momento in cui i Beatles divennero più famosi di Elvis.